Il blog di Nicholas Montemaggi

eagleXman vs Nicholas: risultato in parità

A 1 anno da quella che finora è stata una delle avventure più emozionanti nel mio percorso da triathleta, ho deciso di tornare sul Gran Sasso per cercare di salire su quel gradino più alto del podio della gara. Nel 2021 in maniera un po’ inaspettata per tutti, forse anche per me stesso, avevo tagliato il traguardo in seconda posizione, andando a concludere una giornata in cui tutto aveva girato per il meglio dall’inizio alla fine.

Ecco, forse in questa seconda edizione, è stato proprio un qualcosa che non ha girato bene fin da subito, che mi ha portato alla mia vera e propria prima sconfitta da atleta. Mi sono presentato allo start molto tranquillo, consapevole delle mie arme a disposizione e soprattutto del fatto che conoscevo il percorso a menadito avendolo scoperto l’anno passato.

La solita magica atmosfera a bordo lago prima della partenza, con tutti gli atleti pronti a tuffarsi in quella che sarebbe stata una giornata dura, di sofferenza, ma ricca di emozioni! Uno alla volta si entra in acqua e non appena siamo tutti allineati alla boa di partenza ecco che lo sparo da parte del giudice da il via ufficiale a questa prima edizione di eagleXman 2022. Il mio obiettivo per la frazione nuoto era quello di fare meglio dell’anno prima, ma neanche di strafare, sapendo ciò che mi aspettava una volta uscito dall’acqua. Il primo giro da 1.900m procede bene, mi trovo in terza posizione, vedo il secondo atleta poco distante da me, mentre la super Fabia Maramotti sembrava un motoscafo che ci avrebbe doppiato a tutti da lì a poco! Nel secondo giro continuo con il mio ritmo, in maniera ordinata e tranquilla, ma ecco che succede un qualcosa che non mi aspettavo: una fitta allo stomaco e rimetto la colazione in acqua. Cavolo, non mi era mai successa una cosa del genere! Per qualche secondo perdo un attimo la condizione del dove mi trovo, mi sento leggero, le braccia continuano a muoversi, forse vanno in automatico perché sanno ciò che devono fare. Dopo un minuto di mille pensieri, mi dico di stare tranquillo e di continuare a nuotare, che tra meno di un km questa prima frazione sarà terminata.

Ecco la riva, ma intanto il ritmo cala, e vengo ripreso dall’atleta in quarta posizione, ed esco dall’acqua insieme a lui. A riva c’era ad aspettarmi il mio Coach Francesco Aluigi, che quel giorno era parte del mio support team (insieme a Gregorio). Gli dico che ho rimesso, che non sono stato bene. Mi guarda senza dirmi niente e da solo mi rispondo: però ora sto bene, andiamo alla bici.

Faccio un T1 molto veloce, quest’anno rispetto allo scorso avevo deciso di affrontare tutta la gara con il body da triathlon e non di perdere troppo tempo e cambiarmi nella divisa ciclistica. Cerco di lasciarmi alle spalle la brutta fase finale del nuoto, dove comunque avevo migliorato il mio tempo di quasi 10 minuti rispetto all’anno prima, e mi concentro sulla frazione bike, molto dura e impegnativa con 3.600m di dislivello positivo su 180km di percorso.
Dopo un’ora riacciuffo il secondo atleta con il quale ci incitiamo a vicenda e continuo a pedalare per andare a riprendere la super Fabia, che come l’anno scorso era uscita dal nuoto con un distacco importante dal resto degli atleti.

Sono molto concentrato, non mi godo come l’anno passato il paesaggio più di tanto, forse perché in testa avevo solo una cosa, andarmi a prendere quel primo posto. Il gran premio della montagna, la scalata a Campo Imperatore, però, mi fa staccare da quel pensiero fisso e gli occhi si fermano per qualche istante ad ammirare quello che è uno dei paesaggi più belli d’Italia. Dopo qualche pedalata fuori sella, eccomi arrivare in cima dove vedo Fabia ferma e sorridente come sempre che consumava in tutta tranquillità un bel piatto di riso. Mi aveva detto che lo scorso anno aveva sofferto molto la fame e che quest’anno voleva quindi cambiare un po’ la strategia e fare degli spuntini con più calma durante la gara. Può sembrare strano, ma questa strategia è sicuramente ottima per un tipo di gare del genere, che possono durare anche 16-17 ore!!

Mentre mi trovo nel cuore dell’altipiano ecco che il mio stomaco inizia a borbottare di nuovo. Bevo un po’ d’acqua ma niente, anche i mini-panini non riesco a digerirli bene. Cerco di non pensarci, anche al Coach ed a Gregorio che mi seguono in auto e che mi chiedono aggiornamenti sulla mia condizione dico di stare bene, ma non è così.

La frazione bici è proprio come me la ricordavo: dura, ma soprattutto caldissima (38° il picco massimo alle 13:00). Dopo la lunga salita che da Ofena porta di nuovo all’altipiano, la parte restante è quasi tutta in discesa verso Fonte Cerreto, dove si trova la T2.

Arrivo in T2 contento, mi dicono di avere 1 ora di vantaggio dal secondo atleta, un vantaggio davvero importante! Mi infilo velocemente le scarpette run e parto con il mio supporter Gregorio che mi segue in MTB. Il primo dei due giri procede bene, forse anche troppo, mi sento forte ed il ritmo è forse troppo alto. A metà del secondo giro verso il km 23 sento di nuovo lo stomaco in subbuglio. Dico a Gregorio che rallento un attimo il passo e chiedo se può lasciarmi per qualche istante solo e di andare a riempire le borracce con acqua fresca. Lui annuisce, ma mi chiede di non fermarmi, ma di cercare almeno di camminare. Inizio a camminare fino a quando non vedo Gregorio sparire nel bosco lungo il sentiero ed ecco che in quel momento mi si spegne tutto. Trovo un albero con un po’ d’ombra decido di sedermi e senza accorgermene mi addormento.
Vengo svegliato non da Gregorio, che nel frattempo era tornato, ma dai passi di un altro atleta che si ferma e mi chiede se avessi bisogno di aiuto. Cerca di spronarmi ad andare avanti e di fare qualche passo insieme a lui. Mi faccio forza e piano piano riparto, ma niente, dopo un centinaio di metri devo fermarmi ancora. Stringo i denti e cerco di arrivare almeno alla fontana del villaggio di San Pietro della Ienca, dove decido di stendermi di nuovo. Non volevo mollare, ma nella mia testa in quel momento il pensiero era solo uno: “non devi dimostrare niente a nessuno, questa gara l’hai già portata a termine a testa alta lo scorso anno. Non farti del male”. Ed esattamente in quel momento dico a Gregorio di chiamare il Coach Francesco in modo che possa venirmi a prendere in auto. Ecco, lì finisce il mio eagleXman, non avevo neanche più la forza per piangere.

Su consiglio del Coach mi faccio visitare dal medico presente in T2, la quale mi rimprovera un po’ come farebbe una mamma, avendo saputo di non essere stato bene già dalla frazione nuoto, ma anche confortandomi dicendo che l’anno prossimo mi rifarò. Ecco, da quando ho detto “mi ritiro” seduto alla fontana di San Pietro della Ienca, l’eagleXman 2023 è diventato il mio obiettivo primario per la stagione prossima.
Per ora il risultato è fermo sull’1-1. Un goal per me nel 2021 ed un goal per il Gran Sasso nel 2022. Non vedo l’ora di essere di nuovo allo start il 22 luglio 2023!