Il blog di Nicholas Montemaggi

IronMan Lanzarote: “el mas duro” non perdona

“Ciao amico mio, sono con te, immagino le grandi emozioni che ti ribollono dentro. Goditi ogni metro, rispetta el mas duro e vatti a prendere la tua finish line con il sorriso! Un abbraccio forte e gran tifo per te, FORZA NICK!” questo il messaggio che ho ricevuto la sera prima dell’IronMan Lanzarote dal mio amico Daddo, uno dei personaggi più famosi della scena del triathlon italiano. Mai parole furono più vere come si dice in questo caso! Rispetto ecco, l’isola di Lanzarote pretende proprio questo, ed io non ho sicuramente mancato di rispettarla, ma ho preteso rispetto anche io.
Siamo arrivati a Lanzarote con il solito volo da Bologna al lunedì. Il primo volo fatto insieme al nuovo arrivato nella nostra famiglia, il piccolo Maximilian. Devo ammettere che il vero IronMan è stato farsi un viaggio con un neonato, passeggino, i bagagli e non per ultima la bici. Tra partenza da casa in auto, scarica tutto, parcheggia, fai il check-in, controlli di sicurezza, aspetta (come sempre) tantissimi minuti prima dell’imbarco ed il viaggio stesso negli stretti sedili (per le mie gambe lunghe), il viaggio è stato di per se un triathlon!
Appena scesi dall’aereo all’aeroporto di Lanzarote ho notato qualcosa di strano. Le volte precedenti che ero venuto sull’isola, sentivo fin da subito di respirare un’aria diversa, calda, ostica, ma allo stesso tempo affascinante. Questa volta invece non ho notato niente di tutto ciò, sembrava come se l’aria che respirassi fosse aria di casa, un’aria alla quale il mio corpo e la mia mente erano già abituati, un’aria che era già dentro di me.
Grazie agli amici Bruno e Paola di Sport e Vacanze Lanzarote che ci hanno dato un super benvenuto, siamo arrivati al nostro appartamento a Puerto del Carmen (location della gara) in men che non si dica e super comodi con il servizio di transfer che avevano organizzato per noi.
Come ci piace fare spesso quando viaggiamo, soprattutto per le gare, abbiamo affittato tramite AirBnB un bellissimo appartamento vista mare e vista zona cambio. Jessica, la mia compagna, ha pensato tutto a lei per questa parte, anche perchè il vero IronMan l’avrebbe poi dovuto affrontare lei al sabato tenendo per oltre 12 ore il piccolo Max ed allo stesso tempo venire ad incitarmi alla partenza, all’uscita dall’acqua, all’uscita dalla zona cambio in bici, al ritorno dalla bici e per la maratona finale! Santa donna!
Nella settimana di avvicinamento al grande giorno ero tranquillo, consapevole dei miei mezzi e di tutto il super lavoro fatto insieme al team di professionisti che mi segue tutti i giorni capitanato dal mio Coach Francesco Aluigi di Aluigi Triathlon Program, il quale mi è sembrato doveroso invitare per il weekend di gara e che si è rivelato la mia arma in più. Forse sapere di avere anche il Coach accanto in quei giorni mi ha trasmesso ancora più tranquillità! Un lavoro di squadra come detto, con altri due professionisti come Naciketa Tiwary Osteopata che ogni settimana grazie ai suoi trattamenti mi ha permesso in questi ultimi due anni di poter affrontare e di poter recuperare da allenamenti e carichi di lavoro importanti, grazie alle sue mani magiche, e anche grazie al Dr. Samuele Valentini Biologo Nutrizionista che con i suoi piani alimentari mi ha permesso di avere sempre il serbatoio pieno del carburante giusto al momento giusto.
La settimana è trascorsa abbastanza velocemente ed è stato bellissimo vedere come ogni giorno sempre più atleti e accompagnatori arrivassero da tutte le parti d’Europa sull’isola. L’IronMan di Lanzarote non è solo il più duro di tutto il circuito (per via delle condizioni climatiche e del dislivello importante in bicicletta), ma è anche il primo IronMan del circuito ad essersi tenuto in Europa (prima edizione nel 1992) e quindi quest’anno cadevano i 30 anni di anniversario. Un’edizione speciale!
Dopo aver ritirato il pacco gara al Club La Santa e aver chiacchierato con altri triathleti che hanno già partecipato a questa gara in passato o che sono di base a Lanzarote per tutto l’anno, sono tornato nel nostro appartamento più concentrato che mai. La notte precedente alla gara, come sempre, le ore di sonno sono state poche, questa volta però non tanto per l’emozione, ma perchè in testa mi immaginavo già ognuno di quei metri che di lì a poco sarei andato a percorrere.

Race day: 21 maggio 2022

La sveglia non ha neanche avuto bisogno di suonare, alle 3:30 ero già in cucina a preparare il mio solito pasto pre-gara, provato e riprovato negli anni passati e affinato insieme al Dr. Valentini.
Dopo un veloce passaggio in zona cambio per gonfiare le ruote alla giusta pressione (come mio solito per le gare IronMan, dato che la bici deve stare per tutta la notte in rastrelliera ed avevo quindi provveduto a togliere aria dai copertoni in modo da non rischiare eventuali scoppi nottetempo per via anche del cambio di temperatura) e dopo aver allestito borracce e scorte alimentari per la giornata, sono tornato in appartamento per iniziare con il processo di riscaldamento e di vestizione con la muta.

Swim: 3.800m

Ore 6:45 ero già in spiaggia, non vedevo l’ora di partire, ma non prima di vedere i PRO uomini e PRO donne partire alle 7:00 e 7:05.
Ore 7:10 tocca a noi Age Grouper, eravamo oltre 1.000 partenti, e in men che non si dica eccomi che sono già in acqua nella mischia. Il percorso di Lanzarote è a forma di rettangolo ed è ben identificabile grazie alle boe direzionali e di cambio direzione ben posizionate e ben visibili. I primi 2.000m sono proceduti abbastanza bene da piano, anche se fin da subito ho notato questa forte corrente che ci spingeva tutti a largo. Corrente che poi nei quasi 2.000m finali invece si è rivelata essere molto ostica, ecco che l’isola ci da il benvenuto e ci fa capire che ci aspetterà una giornata tosta!
Dopo 1:08:07 (ben lontano dal tempo che mi ero prefissato) esco dall’acqua comunque fresco e sorridente.

T1

Completo in maniera abbastanza agile e veloce la prima transizione. Dall’uscita dell’acqua alla bici vi erano quasi un 600m, quindi una zona cambio abbastanza lunga, ma non è stato un problema. Ho la fortuna che Coach Aluigi ci faccia stare sempre sul pezzo per quanto riguarda l’allenamento e la cura delle transizioni (parlo al plurale in quanto parlo a nome anche dei miei compagni di ATP). Dopo 4 minuti ed 11 secondi eccomi salire in sella per la parte considerata da tutti la più dura, la frazione bike.

Bike: 180km – 2.440m dsl

Conoscevo bene il percorso bike, nel 2019 avevo trascorso un mese a Lanzarote per preparare il mio primo IronMan in Sud Africa e per tutto il mese avevo macinato tanti km sulle bellissime, ma ostiche, strade dell’isola.
Bellissime perchè oltre al paesaggio vulcanico con vista mare l’asfalto è talmente ben fatto e tenuto che è un vero piacere pedalarci sopra, oltre alla cultura di rispetto verso il ciclista da parte degli altri utenti della strada (d’altronde gli abitanti/automobilisti lo sanno che i ciclisti ed i triathleti portano introiti e turismo sull’isola).
Ostico invece perchè, oltre all’importante dislivello, le condizioni climatiche (vento e sole africano) sono una peculiarità di Lanzarote. Appena partito in bici il vento che soffia da nord aveva iniziato subito a dare qualche schiaffo in faccia a me ed a tutti gli altri partecipanti, ma come detto già lo sapevo, anzi, lo sapevamo tutti che sarebbe stata una frazione bici ignorante.
I primi 35km fino a Playa Blanca, primo turning point a sud dell’isola, sono passati abbastanza velocemente, ma da Play Blanca fino al Mirador del Rio (altra estremità dell’isola a nord) iniziava la parte nella quale vento e dislivello l’avrebbero fatta da padrona per circa una novantina di km. A livello scenografico però il passaggio all’interno del Parco Nazionale del Timanfaya è secondo me una delle cose più belle di questo percorso. Una frazione bike che mi è comunque passata bene, ho tenuto sempre il ritmo che avevo allenato nei mesi precedenti insieme al mio Coach ed è stato anche bellissimo passare per i villaggi e vedere le persone del posto riunirsi ai bar e fare il tifo a tutti noi. L’highlight del tifo è stato sicuramente al villaggio di Teguise, dove nella leggera salita che ti porta verso il centro del villaggio vi erano posizionate a destra e sinistra tante persone ad incitare gli atleti, ricordando un po’ quanto si vede durante il Challenge Roth sul Solarberg.
La salita più impegnativa è quella che precede il paesino di Haria, ma mi sentivo davvero bene ad affrontare con la mia crono tutti i tipi di salite, sicuramente l’esperienza all’eagleXman extreme triathlon dello scorso anno ha aiutato tanto, ed in men che non si dica ero già al km 95 alla stazione “special needs” dove in pratica ho potuto rifornirmi con le mie borracce personali che avevo fatto posizionare dagli organizzatori in quel punto.

Sapevo che la parte più dura era, quasi, lasciata alle spalle, mancava solo il Mirador del Rio, il punto a livello paesaggistico più affascinante per tutti gli atleti, una stradina che si snoda lungo un precipizio con vista sull’isola de La Graciosa e sul mare. In tutta onestà ero talmente concentrato che non ho fatto tanto caso al panorama, anche perchè già lo conoscevo bene.
Dal Mirador del Rio iniziava poi la parte di ritorno verso Puerto del Carmen, dove per la maggior parte del tempo si poteva spingere tanto in quanto si scendeva e si aveva il vento alle spalle. Di nuovo un paio di salite per tornare a Teguise via Teseguite e poi forse il pezzo secondo me più ignorante, e cioè quel bastone da fare avanti e indietro che ti riporta fino al villaggio di Masdache dove per un 6-7km il vento contrario era talmente forte che sembrava di stare fermi pure in discesa! Ultimo turning point e poi la strada verso Puerto del Carmen era letteralmente tutta in discesa.
Dopo 5 ore 48 minuti e 58 secondi rientro in zona cambio a Lanzarote, meno fresco di quando sono partito, ma comunque solido e felice!

T2

Non appena passo la dismount line (la linea dopo la quale non si può più stare in sella alla bici, ma bisogna scendere dal mezzo) sento urlare il mio nome dal terrazzo di un appartamento che si affaccia sulla zona cambio: erano Jessica, la mia compagna, e mio figlio Maximilian che mi incitavano. Fantastico, la cosa mi ha dato tanta energia! Come per la T1 anche la T2 è andata via liscia liscia e dopo 3 minuti e 20 secondi eccomi già sul percorso dell’ultima frazione di corsa, la maratona.

Run: 42km

Dopo 500m sentivo le gambe girare molto bene ed incrocio il mio Coach Francesco che si era posizionato lungo la strada che mi informava di essere in 11esima posizione della mia categoria, non lontano però dai primi 5 posti, eravamo tutti vicini! Contento di essere in una buona posizione, cerco di trovare il mio ritmo e non faccio neanche tanto caso al mio orologio (che comunque si era impallato e segnava dati completamente sballati). Nessun problema, in molti allenamenti ho corso “a sensazione” e coprendo l’orologio, per non essere come dice il Coach “troppo dipendente dalla tecnologia”. In men che non si dica ero arrivato dopo 12km ad Arrecife dove si trovava il primo giro di boa e dove ad aspettarmi ed incitarmi vi erano Bruno e Paola di Sport e Vacanze Lanzarote! Un veloce 5 a Bruno e via che parto ancora più motivato in quanto avevo a tiro già 3 atleti della mia categoria. Mi sento bene, la postura c’è, le gambe girano e a livello di fiato sto alla grande! Dai che la rimonta può avere inizio!
“Dai!” mi dico “ci siamo, me li vado a prendere, vado a prendermi questo quinto posto!”. Invece dopo neanche un centinaio di metri ecco che mi trovo ad un ristoro (dove vengono date bevande e alimenti). “Passo veloce come sempre, prendi un bicchiere d’acqua da sciacquarti la bocca ed uno da buttarti addosso” mi dico dentro di me, come avevo poi fatto fino a quel momento durante ogni ristoro che avevo incrociato nella corsa. Ma invece le cose vanno diversamente. I miei occhi vedono su un tavolino un bicchiere di coca cola ghiacciato con accanto una fetta d’arancia che sembrano chiamarmi. Non resisto, o meglio, la mia testa mi dice “tu, ora, fermati e mordi l’arancia e bevi la coca cola” e così faccio! Non so perchè, io che la coca cola non la bevo neanche sotto tortura, ma in quel momento la voce dentro di me ha detto così. Da lì in poi per i restanti 18km inizia una corsa diversa, spezzata, ogni 4km, da una breve sosta al punto di ristoro che mi vede proprio fermarmi e addentare ogni volta una fetta d’arancia e sorseggiare una coca cola. Nel mezzo, una corsa comunque a buon ritmo. Non sono stanco. Non ho dolori. Non ho cali energetici. Ma cosa mi è successo?

Analizzandola a mente fredda e riguardando le foto della gara, specialmente quelle dei pro, mi accorgo che nei primi 24km avevo affrontato almeno 10km (la parte di andata e ritorno sulla ciclabile dell’aeroporto dove non vi era alcun ristoro) senza idratarmi o rinfrescarmi. Che fosse stato un leggero segnale di disidratazione o di insolazione? Probabile. Sicuramente però alla mia prossima volta a Lanzarote (perchè ci sarà una prossima volta) affronterò questa parte con una bottiglietta portatile. Magari messa in freezer durante la notte, così che quando dopo il nuoto e la bici l’avrei ritirata dalla mia sacca, questa poteva essere ancora un po’ fresca.

I rimanenti 18km come detto sono andati così. 4km di corsa, sosta per fetta di arancia e coca cola, e via a ripartire di corsa.
Ho tagliato il traguardo un po’ incazzato, certo che ero contento di aver portato a casa el mas duro, ma ero anche deluso che non ero riuscito a centrare la top 5. Qualificazione per le Hawaii rimandata a data da destinarsi!

È il mio terzo IronMan, quindi aggiungo al mio bagaglio una bella esperienza.

Guardo il bicchiere mezzo pieno: porto a casa una top 10 di categoria e un tempo finale di 10h21m48s in una giornata dove tutti, PRO compresi, hanno sofferto come dei cani qui al “mas duro”. E non per ultimo come atleta italiano Age Group (non professionista) più veloce a Lanzarote!

La medaglia più bella come sempre sono Jessica & Max ❤️

Grazie ancora a Coach Francesco Aluigi per essermi stato accanto anche oggi! Ci siamo andati vicini, ma siamo soltanto all’inizio del percorso 💪🏽